di Guido Baldi
Il delta del Tevere presenta al suo interno un mosaico di ambienti naturali che conservano ancora oggi una fauna interessante da vari punti di vista.
Entomofauna
Molto comuni nel litorale Nord, grazie alle leccete secolari, sono lo scarabeo rinoceronte (Oryctes nasicornis) e il cerambice della quercia (Cerambix cerdo); mentre sulle dune sabbiose si può trovare la Pimelia bipuntata e lo Scarites, coleottero predatore. Ma le segnalazioni più importanti riguardano gli Eteroceri (farfalle) rinvenuti nell’Oasi WWF di Macchiagrande: l’endemica Philobrostis fregenella e l’unica segnalazione per l’Italia della Caracoma nilotica.
Erpetofauna
Molto ricca anche questa con numerosi sauri, lacertidi e cheloni. Da segnalare la Testudo hermanni con la consistente popolazione dell’Oasi di Macchiagrande, ma anche la comune lucertola muraiola forma tipica della zona romana (Podarcis muralis), oppure animali singolari come la luscengola (Chalcides chalcides), la natrice tessellata (Natrix tessellata), l’aspide (Vipera aspis), il ramarro (Lacerta viridis). Da segnalare anche un ritrovamento di una tartaruga marina (Caretta caretta) sulla spiaggia di Focene nel luglio 1996.
Sono presenti anche piccoli nuclei di tartarughe d’acqua dolce (Emys orbicularis), purtroppo minacciate dalla introduzione delle voraci tartarughe della Florida (Trachemys scripta elegans), che possono tra l’altro costituire un grave pericolo anche per gli anfibi autoctoni. Tra gli anfibi sono presenti il tritone (Triturus vulgaris), la rana verde, il rospo ma anche la rana toro (Rana catesbeiana) introdotta da agricoltori provenienti dal mantovano.
Ittiofauna
La presenza del Tevere e di numerosi corsi d’acqua naturali ed artificiali, richiama all’interno delle acque della riserva numerose specie soprattutto eurialine (cioè tolleranti diversi gradi di salinità). Il cefalo (Mugil cephalus), l’anguilla (Anguilla anguilla), il cefalo calamita (Liza ramada), ma anche numerose specie introdotte: la carpa, il carasso, la gambusia, il luccioperca, il persico sole. Le reintroduzioni, la pesca eccessiva e soprattutto la cattiva qualità delle acque hanno portato alla diminuzione delle specie presenti e delle capacità riproduttive di alcune specie, ad esempio il luccio (Esox lucius) oppure lo storicamente scomparso storione (Acipenser sturio).
Ornitofauna
Particolarmente ricca di specie legate agli ambienti umidi, ben rappresentati all’interno della Riserva (Stagno di Focene, Vasche di Maccarese, Stagno di Coccia di Morto, Porto di Traiano).
Proprio all’interno dello Stagno di Focene è stata realizzata una stazione di inanellamento dell’Istituto Nazionale della Fauna selvatica, che ha consentito, fino ad oggi, la cattura e l’inanellamento ai fini della ricerca scientifica di 1500 rondini (Hirundo rustica), di 300 migliarini di palude (Emberiza schoeniclus) con 4 ricatture di uccelli provenienti da paesi esteri (Finlandia, Slovenia, Ungheria e Rep. Ceca). Inoltre da segnalare la nidificazione accertata nell’Oasi di Macchiagrande del gruccione (Merops apiaster), del gufo comune (Asio otus) e del succiacapre (Caprimulgus europaeus). Ultima segnalazione notevole un’aquila minore (Haliatus pennatus), purtroppo abbattuta in migrazione da un bracconiere nella zona di Testa di Lepre.
Mammalofauna
Tra i più significativi abitanti della riserva troviamo l’istrice (Histrix cristata), presente con numerosi individui a Macchiagrande, nei tumoleti di Bocca di Leone e alla Macchia del Quartaccio. Altri grossi mammiferi sono la volpe (ubiquitaria), il tasso (Meles meles) segnalato a Macchiagrande di Galeria ed Aranova; la faina, la donnola il riccio, il moscardino, il cinghiale (Macchia del Quartaccio), quest’ultimo reintrodotto dalle associazioni venatorie.