Villa Romana di San Nicola e fosso Cupino

Il confine settentrionale della Riserva del Litorale romano è a sud del comprensorio residenziale di Marina di San Nicola tra la via Aurelia e il mare. Pochi chilometri prima di Palo Laziale e di Ladispoli venendo da Roma, una grande villa romana mostra i tuoi resti a ridosso della spiaggia. Tradizionalmente attribuita a Pompeo, ma senza alcuna conferma da parte degli studiosi, la sontuosa residenza è uno degli esempi meglio conservati delle grandiose ville patrizie che dovevano susseguirsi lungo il litorale a nord di Roma. Solo parzialmente è stata portata alla luce, la sua estensione misura circa 2 ettari. E’ collocata sulla sommità di un lieve promontorio naturale di arenaria. Costruita in epoca Augustea ( I sec. a.C.- I sec. d.C.) è stata occupata fino alla tarda età Imperiale IV-V sec. d.C. Tra la vegetazione restano i portici con i basamenti delle colonne in mattoni rivestite di stucco bianco, alcuni ambienti le cui pareti sono rivestite da intonaci decorati. Ben visibile oggi è un lungo criptoportico illuminato da una serie di finestre a bocca di lupo che corre parallelo alla spiaggia. Adiacente ad una torretta di postazione tedesca della seconda guerra mondiale costruita con cemento e con i resti della villa.
La villa era in origine servita da un piccolo porto in magazzini con banchina dove sono stati rinvenuti numerosi oggetti come anfore di produzione africana, gallica ispanica che testimoniano un’intensa attività mercantile. Nel giardino della villa gli scavi hanno portato alla luce una splendida erma bifronte, scultura rappresentante il mitico padre dell’eroe Teseo, attualmente conservato nel museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. La spiaggia ai piedi della modesta altura dove sorge la villa è quasi nera poichè formata da granelli con elevata concentrazione di ferro. Qui sfocia il fosso Cupino-  detto anche Fiume Statua – che serpeggia libero fino al mare tra due fasce verdeggianti di canneto. Nonostante la crescente urbanizzazione nonché l’elevato disturbo causato dai bagnanti durante la stagione estiva, l’area del corso d’acqua e dei canali circostanti riveste ancora un notevole interesse ambientale, testimoniato dalla presenza di interessanti specie animali quali la testuggine palustre (Emys orbicularis) e il tarabuso.

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