Oasi di Porto

Fiumicino, Via Portuense, 2264 di fronte al borgo medioevale di Portus.

Ambiente lacustre di origine artificiale, situato sulla sponda destra del Tevere, in una zona compresa tra il corso del fiume e l’ Aeroporto Intercontinentale Leonardo da Vinci.

Attorno all’invaso si alternano aree aperte e siepi, con fasce di canneto in corrispondenza di canali e depressioni. E’ presente un bosco misto con pino domestico, querce ed altre latifoglie sia autoctone che alloctona, introdotte durante la bonifica.
Il Porto di Traiano è area di svernamento di numerosi uccelli acquatici, soprattutto anatre. In inverno sono molto comuni i germani reali e i moriglioni, le alzavole e i mestoloni, spesso in notevoli quantità, fino ad alcune centinaia di esemplari. Sono abbondanti i cormorani e gli aironi cinerini, che frequentano con le garzette, i numerosi canali che attraversano l’area archeologica. Si possono incontrare praticamente tutte le specie di svasso europee, con particolare riferimento al tuffetto, svasso minore e svasso piccolo. Durante i passi migratori si possono osservare anche gabbiani corallini e mignattini, sia comuni che ali bianche, oltre alle numerose specie di rapaci che frequentano l’ area tra cui il gheppio, la poiana e il nibbio bruno che in piena estate è solito visitare il bacino con regolarità alla ricerca di pesci morti o in difficoltà. Fra le siepi sono molto abbondanti i merli le capinere e gli occhiocotti, nonché le cinciallegre e i picchi muratori, che in inverno formano colorate e chiassose bande erranti alla ricerca di cibo. La civetta, l’allocco e il barbagianni riempiono di voli il cielo della notte.

Per ulteriori dettagli    http://www.oasidiporto.eu/

Il Porto di Traiano è il più singolare tra gli specchi d’acqua dell’intero Lazio. A 2000 anni dalla sua fondazione oggi
è l’approdo sicuro per ben altre presenze: si tratta dell’avifauna selvatica per cui le acque del bacino protetto
dalle sponde alberate e soprattutto dal divieto di caccia esteso su questo e gli altri settori della Riserva del Litorale
romano rappresentano un rifugio sicuro frequentato tutto l’anno dagli uccelli acquatici in particolare nei mesi
della stagione venatoria cioè quelli invernali. Germani reali, alzavole, canapiglie, fischioni, folaghe si osservano
spesso dalle sponde in muratura. Con l’aiuto di un binocolo, vista la notevole estensione dell’area, al centro del bacino capita di avvisare più rare anatre tuffatrici quali moriglioni, morette e la rana Moretta tabaccata.
Le acque del lago ospitano carpe, cefali, anguille, lucci e tra i pesci introdotti persici sole e gambusie.

Il perfetto esagono del Porto di Traiano oggi di notevole importanza anche naturalistica come punto di sosta degli uccelli migratori è un vero e proprio lago profondo 4 metri ed esteso per 33 ettari, con ogni lato lungo 358 metri.
Il porto di Traiano era capace di ospitare contemporaneamente 100 navi, per scavarlo furono rimossi 28 milioni di metri cubi di sabbia, il fondo venne pavimentato a mosaico e i cornicioni furono modellate in terracotta.
Disseppellito durante i lavori della bonifica è riempito d’acqua per scopo irriguo è stato espropriato assieme alla fascia di 15 metri circostante.
La problematica di cui soffre questo sito è l’insufficiente ricambio di acqua. L’intera area classificata come zona di protezione speciale, ZPS, della rete natura 2000 ed è denominata lago di Traiano. Poco distante è la Fossa traianea o canale di Fiumicino fatta scavare appunto da Traiano che le imbarcazioni risalivano trainate sulla riva destra da pariglie di buoi a cui veniva assicurato con funi l’albero maestro abbattibile della nave. Tale pratica veniva utilizzata anche lungo il Tevere per trainare le imbarcazioni dirette al porto di Ripa Grande e durò a lungo, infatti l’approdo della prima barca a vapore a Ripa avvenne nel 1828.

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